venerdì 27 maggio 2011

Venerdì della V settimana di Pasqua

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli.
E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d'accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State! bene!».
Quelli allora si congedarono e scesero ad Antiòchia; riunita l'assemblea, consegnarono la lettera. Quando l'ebbero letta, si rallegrarono per l'incoraggiamento che infondeva.
Parola di Dio.

Salmo responsoriale

Ti loderò fra i popoli, Signore.

Saldo è il mio cuore, o Dio,
saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, voglio inneggiare:
svégliati, mio cuore,
svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l'aurora.

Ti loderò fra i popoli, Signore,
a te canterò inni fra le nazioni:
grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà.
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La prima comunità di Gerusalemme ha mediato e Paolo e Barnaba, rasserenati, possono tornare ad Antiochia investiti di un'autorevolezza riconosciuta dalla Chiesa. E i discepoli si rallegrano per l'incoraggiamento ricevuto dagli apostoli, che vanno oltre le proprie convinzioni personali e guardano al bene di questi nuovi fratelli provenienti dai pagani. Che bel modo di amare!
«Amatevi». Questo è il comandamento che il Signore ci ha lasciato. Il Signore, desidera solo che i suoi discepoli imparino ad amare e a donare la propria vita come egli ha fatto. I precetti dati da Gesù ai suoi discepoli sono tanti, ma il suo comandamento specifico, che li contiene tutti, è uno solo: l'amore scambievole tra i suoi discepoli ed ha aggiunto la sua misura e il suo modello: «Come io vi ho amati».
Amare significa voler bene e Gesù ci ha voluto così bene da dare la sua vita per noi: questo è veramente l’amore più grande.
Amiamoci quindi nel rispetto delle diversità, nelle diverse opinioni e nei diversi caratteri. Amiamoci perché immensamente amati dal Signore, perché colmati dal suo amore e dalla sua tenerezza. Amiamoci nel perdono e nella sopportazione, nella larghezza delle vedute e nella passione con cui parliamo di vangelo alle persone.
Quando l’amore è vicendevole c’è anche l’amicizia. Gesù ci dice: “Voi siete miei amici”, e questo ci impegna a rispondere al suo amore: tale impegno verrà assolto solo cercando di conoscere e di fare la sua volontà. Se ci sforzeremo di fare questo, noi non saremo né servitori di Cristo, né semplici suoi discepoli, ma suoi amici, per i quali Gesù ha dato la vita ed ai quali rivela tutto quanto gli ha rivelato il Padre. E siamo diventati suoi amici anche perché Lui ci ha scelti, ci ha comunicato il suo amore e la sua verità, e ci ha inviati perché portiamo frutto, ed esso sia duraturo in modo da essere sempre meritevoli dei doni che chiederemo, nel suo nome, al Padre.

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