venerdì 20 maggio 2011

Venerdì della IV settimana di Pasqua

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, [Paolo, giunto ad Antiochia di Pisidia, diceva nella sinagoga]: "Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza. Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l'hanno riconosciuto e, condannandolo, hanno portato a compimento le voci dei Profeti che si leggono ogni sabato; pur non avendo trovato alcun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che egli fosse ucciso. Dopo aver adempiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono testimoni di lui davanti al popolo.
E noi vi annunciamo che la promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio l'ha compiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: Mio figlio sei tu, io oggi ti ho generato". 
Parola di Dio. 

SALMO RESPONSORIALE

Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato. 

«Io stesso ho stabilito il mio sovrano

sul Sion, mia santa montagna».
Voglio annunciare il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.

Chiedimi e ti darò in eredità le genti
e in tuo dominio le terre più lontane.
Le spezzerai con scettro di ferro,
come vaso di argilla le frantumerai».

E ora siate saggi, o sovrani;
lasciatevi correggere, o giudici della terra;
servite il Signore con timore
e rallegratevi con tremore.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: "Vado a prepararvi un posto"? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». 
Parola del Signore. 
RiflessionI

Paolo continua il suo discorso nella sinagoga e, da quanto dice, salta subito agli occhi la frequente ripetizione di uno stesso concetto: è avvenuto come era scritto, secondo quanto annunciato dalle Scritture e siccome l’unico regista è Dio, nulla può impedire la realizzazione del suo disegno e proprio quelli che hanno messo a morte Gesù hanno collaborato al compimento delle Scritture. Questo dimostra che gli uomini sono collaboratori consapevoli del piano divino e che l'amore di Dio vince ogni resistenza.
Nel discorso di Paolo c'è anche un altro tema fondamentale: gli apostoli sono testimoni della salvezza, che si è compiuta secondo quanto era scritto, e sono stati invitati ad annunziarla al mondo intero.
Questo significa che deve esserci una collaborazione consapevole al piano salvifico di Dio, dobbiamo accettare l’invito di Gesù di diffondere la Sua parola, evangelizzare. Perché è solo invogliando il prossimo alla lettura delle Scritture, cercando di trasmetterne il significato vero e mettendole in atto noi stessi che potremo trovare la strada per raggiungere il “posto” che Gesù è andato a preparare per noi.
Ci conforta questa promessa di Gesù circa il suo andare a preparare un posto che, ovviamente, non è un luogo, una casa, ma una condizione del tutto nuova e libera di esistere, una condizione che  risponde a quella felicità a cui anela, da sempre, il nostro cuore: raggiungere il Padre nel suo regno.
Il termine "Dio" può sembrare freddo mentre l'appellativo di "Padre" è pieno di affetto e di tenerezza: come siamo sensibili al nome di "Padre", un nome che sottintende una protezione, un conforto ed implica amore. Ci sentiremmo a casa nostra nella casa del Padre, ci sentiremmo a nostro agio, rassicurati. Questa è l'opera fantastica dell'amore: trasformare una casa nella propria casa e un servo in un figlio. 
Tommaso chiede: "Come possiamo conoscere la via?". Cristo risponde: "Io sono la via". Cristo definisce così il suo ruolo, e noi apprendiamo che Cristo non viene per se stesso, ma per noi. La sua casa è la nostra casa, suo Padre è nostro Padre.
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Il vangelo di oggi è il seguito di quello di ieri. Ieri Gesù si rivelò agli Apostoli col nome di “Io sono”, lo stesso nome che veniva dato a Dio dal popolo d’Israele. Dopo questa proclamazione da parte di Gesù di essere “Io sono”, egli insiste con gli Apostoli di aver fede in quello che ha detto, di aver fiducia in Lui, come hanno fede in Dio Padre.
Dopo essersi proclamato “Io sono”, Gesù incomincia a parlare con grande competenza di conoscenza della casa del Padre da dove è venuto e alla quale ritorna. Dice infatti Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore”. Se non conoscesse bne il posto non avrebbe detto: “Vado a prepararvi un posto”.
La sua Parola è parola di verità. È degna di fede come è degna di fede la parola del Padre. È portatrice di vita eterna come quella del Padre, senza alcuna differenza.
Lui va, prepara per loro un posto. Torna, li prende e li porta con sé per essere eternamente insieme. Loro sanno la via che conduce nella casa del Padre. Poiché la sanno, la possono anche percorrere. La terra durerà per loro solo un momento. Poi verrà l'eternità beata. Parlando di questo posto, del luogo dove si trova e la via da percorrere per raggiungerlo la definisce Lui stesso quando dice:  «Io sono la via, la  verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
Nella Casa del Padre si entra percorrendo una sola via: la Parola di Gesù vissuta come l’ha vissuta Lui, non come vogliamo viverla noi. Come Gesù visse la Parola del Padre? Realizzandola nella pienezza e nella completezza. Trasformandola in opera di carità, misericordia, perdono, preghiera, compassione.



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