venerdì 13 maggio 2011

Venerdì della III settimana di Pasqua

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Sàulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damàsco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via.
E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damàsco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Sàulo, Sàulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».
Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Sàulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damàsco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.
C’era a Damàsco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione gli disse: «Ananìa!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Sàulo, di Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d’Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».
Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Sàulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damàsco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio.
Parola di Dio

Salmo responsoriale

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Parola del Signore
RIFLESSIONI

Oggi ricorre il 94° anniversario dell’apparizione della Madonna a Fatima ai tre pastorelli: Lucia, Giacinta e Francesco.
In queste apparizioni, la Madonna ha chiesto sempre ai tre fanciulli di dare al mondo il suo messaggio: fare penitenza e pregare ogni giorno il santo rosario, per riparare a tutto il male che viene fatto a Dio a causa di tutti i peccati che vengono commessi dall’umanità.
Il messaggio di Fatima può essere riassunto principalmente come un invito alla penitenza e alla preghiera. Le apparizioni dell'Angelo nel 1915 non servirono ad altro che a mostrare ai bambini con quale contrizione si dovesse pregare, spiegò loro la grande importanza del compiere sacrifici in riparazione per le offese commesse contro Dio e, nella sua ultima apparizione, mostrò il modo consono di ricevere il sacramento dell'eucaristia.
La Madonna ribadì parecchie volte l'esortazione alla recita del rosario ogni giorno, si definì ella stessa "Regina del rosario".
La Madonna si manifestò ai bambini, perché solo un cuore semplice come quello dei bambini può accettare cose straordinarie e non inventare nulla.
Il messaggio della Madonna dato a Fatima rispecchia, la realtà  dell’umanità  anche in questo terzo millennio: l’umanità è lacerata da guerre, guerriglie, da dittatori che combattono per distruggere ogni idea e immagine religiosa, schiavitù della droga, del sesso, del gioco, della prostituzione … l’umanità  è in un vortice di peccati che non si riesce a capire quale è il più grande e sul capo di tutti grave la minaccia di una tremenda guerra nucleare! Un pericolo del genere sarebbe proprio la fine.
Davanti a questo pericolo incombente, ritorniamo al Signore con tutto il cuore e viviamo le parole di Gesù espresse nel Vangelo: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui.
Questo deve essere il cibo quotidiano di ogni credente e impetrare la misericordia di Dio su tutto il male che avvolge l’umanità  e il mondo intero.  
Leggendo il brano tratto dagli Atti degli Apostoli ci rendiamo conto che il signore sta per realizzare un altro progetto già studiato da un po’, riguardo a Saulo di Tarso: i tempi sono maturi, il momento è vicino. Cristo in persona appare a Saulo sulla via di Damasco, si fa riconoscere e lo manda in città, da un certo Anania; ma prima lo rende cieco per qualche giorno, in modo da servirsi della cecità e di Anania per guidare il neoconvertito.
Sarebbe bello se capitasse più spesso anche a noi, di incontrare personalmente Cristo: nella preghiera, nei sacramenti, nella carità verso il prossimo; in tutte queste occasioni, sarebbe bello poter udire la sua voce che ci svela la sua identità.
Ma se ci fidiamo solo delle nostre intuizioni potremmo anche sbagliarci e scambiare la voce di qualche millantatore per la voce di Dio ed è per questo che il brano ci consiglia di cercarci anche noi il nostro "Anania", scegliendoci una guida spirituale, un confessore abituale e servendocene saggiamente.
Non avevate pensato a questa implicazione insita nel brano, vero? Vi accorgete che man mano che si va avanti, avviene sempre più spontaneamente che quello che prima non veniva alla luce anche dopo varie riletture, oggi lo si riconosce alla prima lettura: è questo quello che succede alimentandosi giorno dopo giorno del corpo e sangue di Cristo? E’ questo il risultato di questa intima unione a Cristo
Quante volte le mamme hanno espresso il loro amore verso i loro piccoli dicendo: «Ti amo tanto che ti mangerei tutto!». E qui mi sovviene il ricordo di una giovane mamma che mi raccontò, piena di rimorsi, una esperienza vissuta con la sua prima bambina: erano in macchina e la piccolina di quasi un anno si stava addormentando tra le braccia della mamma con la manina appoggiata alle labbra di quest’ultima, la quale presa da un impeto d’amore, invece di dare un bacetto delicato alla manina della piccola le diede un ... morso, un vero morso, tanto che la piccola si svegliò piangendo di cuore!
Non ci crederete ma quello fu un vero atto d’amore, quasi un rivivere l'intimità dei giorni della gestazione! A noi questa manifestazione d’amore non è possibile, non è consentito, sembra disumano, ma a Dio, invece, sì. Lui si lascia mangiare per mezzo della comunione eucaristica, proprio per realizzare la possibilità di vivere con noi un'esperienza di profondissima intimità.

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