mercoledì 18 maggio 2011

Mercoledì della IV settimana di Pasqua

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, la parola di Dio cresceva e si diffondeva. Bàrnaba e Sàulo poi, compiuto il loro servizio a Gerusalemme, tornarono prendendo con sé Giovanni, detto Marco.
C'erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode il tetràrca, e Sàulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Sàulo per l'opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.
Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE


Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Parola del Signore.

RIFLESSIONI 
Anche oggi i protagonisti della prima lettura sono Barnaba e Saulo i due prescelti dal Signore per l’evangelizzazione dei pagani: «Riservate per me Bàrnaba e Sàulo per l'opera alla quale li ho chiamati».
È bello notare come anche nel congedare i due Apostoli, oggi missionari, la comunità cristiana li accompagni con la preghiera, il digiuno e l'imposizione delle mani, gesto di amore e di comunione per benedirli nel nome del Signore.
Tutto avviene in un'atmosfera di forte spiritualità, che certo non s'improvvisa ma si può sperimentare solo se ci si dedica quotidianamente all'ascolto dello Spirito, vivendo in comunione fraterna, attorno al fuoco delle preghiere, per rispondere adeguatamente al progetto di Dio.
Barnaba e Saulo, che vivevano ad Antiochia e già lì si davano da fare per diffondere la parola di Dio, furono inviati dallo Spirito Santo per allargare i confini del Cristianesimo, perché un’efficiente evangelizzazione presuppone un contatto diretto fra i portatori del messaggio cristiano e i destinatari e questo contatto può essere suscitato in vari modi, specialmente da accoglienza fraterna prestata in strutture caritative, ricreative e assistenziali. È ovvio che una forte carica di umanità e di carità sono caratteristiche essenziali sia per i sacerdoti che per i singoli credenti.
Quindi, come vedete dalle letture di questi giorni, il Signore chiama tutti ad essere sotto il soffio dello Spirito ed essere ferventi persone di preghiera per portare la Sua parola di salvezza a coloro che ancora non hanno scoperto la luce e la gioia che l’ascolto di tale parola dona, senza contare poi il benessere e la serenità, dentro di noi e intorno a noi, che da il mettere in atto gli insegnamenti di Gesù.
E se qualche volta oscilliamo tra l'ascolto e la sordità rispetto alla Parola che ci chiama, è opportuno fermarsi a meditare sull’atteggiamento della comunità cristiana descritta in questo brano per assimilare lo stile più autentico per essere buoni cristiani: invocare la luce dello Spirito Santo, per evitare di recitare preghiere senz'anima e per stanare in noi quelle sacche di resistenza che c'impediscono di ascoltare la voce del Signore.
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Il brano del vangelo di Giovanni, considerandolo con la sapienza umana, sembra un proclama da parte di Gesù: chi crede in me … crede in colui che mi ha mandato, chi vede me … vede colui che mi ha mandato.
E’ un proclama che prepara gli ascoltatori a conoscere il Padre e ad accettare la sua intima unione col Padre. Gesù non è la fotografia o l’immagine del Padre, il suo volto è lo stesso volto del Padre, non c’è differenza o diversità tra Lui e il Padre.
Tutti quelli che accettano questa perfetta unione tra Gesù e il Padre, vengono tirati fuori dalle tenebre del peccato e portati alla luce della grazia. Gesù dice: chi crede in me non vive più nelle tenebre. Il Padre è luce per cui credendo che Gesù è unito al Padre, non si vive più nelle tenebre.
Dopo aver rivelato il volto del Padre, Gesù rivela anche l’amore del Padre: Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
E’ necessario per tutti credere in tutto quello che Gesù ha detto e rivelato per non incorrere nella condanna. Tutto quello che Gesù ha detto è quello che ha udito dal Padre per questo diventa condanna per quelli che non l’accettano.


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