giovedì 26 maggio 2011

Giovedì della V settimana di Pasqua

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, poiché era sorta una grande discussione, Pietro si alzò e disse loro: «Fratelli, voi sapete che, già da molto tempo, Dio in mezzo a voi ha scelto che per bocca mia le nazioni ascoltino la parola del Vangelo e vengano alla fede. E Dio, che conosce i cuori, ha dato testimonianza in loro favore, concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; e non ha fatto alcuna discriminazione tra noi e loro, purificando i loro cuori con la fede. Ora dunque, perché tentate Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri né noi siamo stati in grado di portare? Noi invece crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati, così come loro».
Tutta l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quali grandi segni e prodigi Dio aveva compiuto tra le nazioni per mezzo loro.
Quando essi ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse: «Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere dalle genti un popolo per il suo nome. Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto: "Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide, che era caduta; ne riedificherò le rovine e la rialzerò, perché cerchino il Signore anche gli altri uomini e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore, che fa queste cose, note da sempre". Per questo io ritengo che non si debbano importunare quelli che dalle nazioni si convertono a Dio, ma solo che si ordini loro di astenersi dalla contaminazione con gli idoli, dalle unioni illegittime, dagli animali soffocati e dal sangue. Fin dai tempi antichi, infatti, Mosè ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe».
Parola di Dio.

Salmo responsoriale

Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Rimanere nel Signore significa allontanarsi dell'agitata quotidianità: quella delle ansie, delle preoccupazioni, dei programmi turbolenti imbevuti di autosufficienza, della propria suscettibilità risentita in cerca di compensazioni.
Rimanere nel Signore è inabissarsi sempre più nella certezza che Lui è più grande del mio cuore, è l'Amore stesso, mi ama per primo. E' venuto a salvarmi, non a perdermi.
Rimanere nel Signore è una quiete vitale, che mi dà la sua gioia, la gioia dell'essere beato nel suo amore e secondo i criteri del suo Vangelo.
Scivolare fuori da Lui significa affogare nel nulla, perdersi, cadere nella disperazione, nella confusione, nelle tentazioni.
Chiuso e diffidente, il cuore dell'uomo fa fatica ad accettare di essere infinitamente amato da Dio, nonostante i suoi peccati e i suoi rifiuti. Accettare l'amore non meritato di Cristo, accettare il fatto che egli ci ama di un amore eterno, significa provare una gioia senza limiti, quella gioia che si esprime nelle lacrime del pentimento e negli inni di lode e di ringraziamento.
Giovanni non si stanca di sottolineare quanto il Padre, per Gesù, sia il continuo riferimento e il termine di paragone. Così comprendiamo meglio perché tutto il vangelo sia lieta notizia: un messaggio destinato alla nostra gioia, dato che la gioia è conseguenza diretta dell'amore. Solo infatti chi si sa amato, chi si percepisce amato e impegna la propria vita ad amare conosce la gioia e la irradia: se vuoi quindi la gioia, cerca l'amore, fonda la tua vita sull'amore di Dio per te e dunque sull'impegno tuo a vivere la sua volontà che sostanzialmente ti comanda di amare tutti, senza esclusione di alcuno. Se vuoi la gioia, coltiva l'amore.

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