martedì 24 maggio 2011

Martedì V settimana di Pasqua

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, giunsero da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali persuasero la folla. Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli si alzò ed entrò in città. Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.
Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché - dicevano - dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni». Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto.
Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l'opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede. E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.
Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

I tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù, all’avvicinarsi dell’ora del suo ritorno al Padre, prepara gli Apostoli e discepoli al momento del distacco con questa parole: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”.
Qual è la vera sorgente della pace che deve ricolmare il cuore degli Apostoli e dei discepoli in questo momento di separazione? E’ la conoscenza della verità di Gesù Cristo e del Padre. Quando più cresce la conoscenza di Gesù e del Padre, tanto più cresce la pace di Gesù nel cuore di coloro che lo conoscono.
Con il grande discorso di addio che Gesù fa per preparare i suoi discepoli Egli vuole lasciarci un dono del suo amore: la sua pace. Il Signore ci dona la sua pace, che è una pace diversa da quella che dona il mondo. Il nostro è un mondo inquieto e molte persone, contrariamente a quanto accadeva nel passato considerano la pace come il più grande dei beni dell'umanità; occorre comunque ribadire che la pace del cristiano parte da un incontro, da un dono del Risorto: la pace è condizione essenziale per potersi dire autenticamente discepoli, e questa pace si raggiunge anzitutto nel profondo, nell'intimo, nel cuore di ciascuno. E’ pienezza di vita, profonda letizia, è quella capacità a stabilire rapporti fraterni, fatti di generosità e non di egoismo, che viene dalla comunione con la volontà di Dio e dalla sua presenza tra noi.
Gesù rincuora gli Apostoli e i discepoli dicendo: "Vado e tornerò da voi".  Come si vede non è una separazione definitiva ma momentanea perché Gesù li riassicura che ritornerà.
L'ascesa al cielo per stare col Padre significa anche che il Signore resterà più vicino a tutti gli uomini, ovunque essi siano, e non lascerà mai nessuno solo, una volta che i discepoli saranno dispersi ad annunciare il Vangelo in tutti gli angoli della terra. Questo è confermato dal fatto che l'allontanamento di Gesù non è una mancanza di amore, non è il tradimento a cui sono abituati gli uomini, anzi è frutto di un amore più grande, proprio perché "bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato". Con queste parole Gesù manifesta la sua totale ubbidienza alla volontà del Padre e accettare umilmente di far parte di un disegno di amore per gli uomini che supera le nostre capacità e ci rende capaci di sentimenti e azioni grandi e vere.
Sull’esempio di Gesù, tutti possiamo fare la volontà del Padre e prevalere su tutti quelli che potrebbero indurci a non fare la volontà del Padre.
Primo fra tutti “quelli” è il Maligno, il principe delle tenebre, che mette in atto tutta la sua astuzia diabolica per portarci dove vuole lui. Non potrà mai prevalere perché Cristo, “luce dei cuori”, ha vinto le tenebre.

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