giovedì 15 settembre 2011

Giovedì della XXIV settimana T.O.

Dalla lettera agli Ebrei
Cristo, nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 30)
Salvami, Signore, per la tua misericordia.
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Tendi a me il tuo orecchio.

Vieni presto a liberarmi.
Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi.

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.

Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.

Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell'uomo,
a chi in te si rifugia.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Se la liturgia di questi due giorni, ieri e oggi, viene commentata con lo spirito umano, c’è veramente di che lamentarsi o peggio ancora disperarsi. Ieri la morte di Gesù in croce, liturgicamente esaltazione della santa croce, oggi la memoria della Vergine Maria Addolorata. Due liturgie di avvenimenti dolorosi e di che dolore: la vergine che vede morire in croce il suo figlio Gesù e non può fare niente per Lui. L’immenso dolore della madre nel vedere morire il figlio e non potergli dire nemmeno una parola di incoraggiamento e di consolazione.
Commentare le stesse ricorrenze con lo spirito di fede cristiana cambia totalmente la conclusione: dalla morte di Cristo è venuta la salvezza per noi. Non si tratta di essere egoisti ragionando a questo modo, si scopre invece tutto l’amore e la misericordia che Dio ha per l’uomo, tanto da donare l’unico figlio, Gesù, per la salvezza di tutti.
Gesù, accettando la volontà del Padre, si fa dono per la nostra salvezza. Si fa dono totale donando tutto se stesso fino all’ultima goccia di sangue e per essere dono totale, dona all’uomo anche quello che c’è più caro: la sua stessa madre.
La Vergine Maria, nel dolore immenso per la morte del figlio e quale morte, non rifiuta di essere la madre dell’umanità, di quella umanità che ha condannato alla morte di croce il suo figlio Gesù.
Quanti insegnamenti vengono a tutti da queste liturgie! Tutti dovremmo accettare le prove della vita, anche quelle che all’occhio umano sembrano impossibili accettare.
Attraverso questi fatti della loro vita Gesù e Maria hanno voluto insegnare che, con la Grazia del Padre, si può accettare il massimo delle prove, anche la morte. La salvezza, la vita eterna, la visione beatifica di Dio si possono raggiungere solo attraverso le prove della vita e vissute nell’amore di Dio. 

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