domenica 25 settembre 2011

XXVI Domenica del tempo ordinario

Prima lettura
Dal libro del profeta Ezechiele
Così dice il Signore: «Voi dite: "Non è retto il modo di agire del Signore". Ascolta dunque, casa d'Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso.
E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 24)

Ricordati, Signore, della tua misericordia.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
in spero in te tutto il giorno.

Ricordati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
I peccati della mia giovinezza
e le mie ribellioni, non li ricordare:
ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
[Fratelli, se c'è qualche consolazione in Cristo, se c'è qualche conforto, frutto della carità, se c'è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.
Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l'interesse proprio, ma anche quello degli altri.
Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù]: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
Parola di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: "Figlio, oggi va' a lavorare nella vigna". Ed egli rispose: "Non ne ho voglia". Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: "Sì, signore". Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il Signore oggi chiede a tutti la conversione del cuore, cioè una conversione vera e non a solo parole. La parola “conversione” per se indica anche “cambio di direzione”. Questo cambio di direzione deve essere desiderato dal cuore perché sia concreto.
L’invito alla conversione il Signore ce lo rivolge in vari modi. Nella prima lettura, mediante il profeta Ezechiele, veniamo messi davanti a due situazioni opposte tra loro: la prima, il giusto che si perverte e si dà ad azioni cattive e malvagie, a causa del suo peccato muore. La morte è intesa sia quella corporale che quella spirituale. La seconda, il malvagio, abbandona le opere malvagie e incomincia a compiere opere buone, per le opere buone fatte incomincia a vivere. Perseverando a fare il bene non morirà.
La considerazione è fin troppo semplice e chiara: Il Signore dà a ciascuno secondo le opere compiute in tutta la sua vita e quando viene il momento di questo rendiconto si viene giudicati su come si viene trovati in quel momento. Una vita spesa bene  e conclusa male è la fine, il male commesso distrugge tutto il bene fatto prima. Al contrario una vita vissuta male e conclusa con opere buone, le opere buone cancellano tutto il male fatto.
Nei due casi si vede la misericordia di Dio per il peccatore convertito, la giustizia di Dio per chi abbandona la retta via e si concede al peccato. La misericordia di Dio si acquisisce fino all’ultimo istante della vita. Subito dopo, con la morte, c’è solo la giustizia di Dio.
La conversione che siamo tenuti a realizzare, è una conversione con i fatti e non solo a parole come si può vedere dal brano del vangelo. Anche qui vengono proposti due fatti opposti tra loro: il figlio che dice di andare a lavorare e poi non va, mentre l’altro dice di no, poi pentito ci va. Logico che la volontà del padre la compie il figlio che va a lavorare anche se aveva detto di non volerci andare.
E’ l’opera compiuta che rende meritoria l’azione del figlio ubbidiente. La salvezza dell’anima la si raggiunge facendo il bene e non parlando soltanto del bene.

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