mercoledì 14 settembre 2011

Mercoledì della XXIV settimana T.O. - Esaltazione della Santa Croce

Prima lettura
Dal libro dei Numeri
In quei giorni, il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d'Israeliti morì.
Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo.
Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 77)

Non dimenticate le opere del Signore!

Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca con una parabola,
rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

Quando li uccideva, lo cercavano
e tornavano a rivolgersi a lui,
ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l'Altissimo, il loro redentore.

Lo lusingavano con la loro bocca,
ma gli mentivano con la lingua:
il loro cuore non era costante verso di lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.

Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,
invece di distruggere.
Molte volte trattenne la sua ira
e non scatenò il suo furore.

Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
Parola di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La festa di oggi, esaltazione della santa croce, deve insegnare a tutti una cosa molto importante: non c’è gioia, felicità, amore, senza passare per le prove che portano ad avere il bene che si desidera. Le prove per le quali bisogna passare sono simboleggiate dalla croce.
L’esempio viene dato a tutti da Gesù Cristo, che pur essendo Dio, non disdegnò di rinunciare alla sua divinità e si fece uomo assumendo in sé tutta la natura umana eccetto il peccato. Gesù assumendo tutto della natura umana ha preso su di sé tutte le miserie, le debolezze, le difficoltà, le necessità che comporta la vita e le ha portate con sé sulla croce. Gesù come uomo è stato inchiodato sulla croce per annientare il male che aveva preso possesso dell’uomo in modo straordinario e con la sua morte in croce ha inchiodato su quel legno tutto il male.
Dalla croce è venuta la salvezza dell’umanità, salvezza dalla schiavitù del maligno, per avere questa salvezza, nella sua pienezza, è necessario, come dice San Paolo, versare la goccia di sangue che manca alla “pienezza”. La goccia di sangue a cui fa riferimento San Paolo è accettare con cuore sereno tutte le prove che capitano nella vita.
L’uomo è stato creato da Dio per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita e goderlo poi eternamente nel paradiso, come dice il catechismo di San Pio X; si arriva al possesso finale di Dio, dopo essere passato attraverso tutte le tribolazioni che riserva la vita.

Nessun commento:

Posta un commento