lunedì 5 settembre 2011

Lunedì della XXIII settimana T.O.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
Fratelli, sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria.
È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza.
Voglio infatti che sappiate quale dura lotta devo sostenere per voi, per quelli di Laodicèa e per tutti quelli che non mi hanno mai visto di persona, perché i loro cuori vengano consolati. E così, intimamente uniti nell'amore, essi siano arricchiti di una piena intelligenza per conoscere il mistero di Dio, che è Cristo: in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 61)

In Dio è la mia salvezza e la mia gloria.

Solo in Dio riposa l'anima mia:
da lui la mia speranza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: non potrò vacillare.

Confida in lui, o popolo, in ogni tempo;
davanti a lui aprite il vostro cuore:
nostro rifugio è Dio.

+ Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C'era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all'uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Ancora una volta Gesù, parlando in una sinagoga per insegnare la nuova dottrina che è venuto a portare, dopo l’insegnamento, visto che tra i presenti c’era un uomo con la mano destra paralizzata, lo chiamò invitandolo a mettersi nel mezzo e lo guarì. Gli scribi e i farisei presenti subito trovarono modo di che accusarlo. Gesù che aveva scrutato i loro cuori, smascherò la loro perversità ponendo loro questa domanda: “in giorno di sabato, è lecito fare il bene o fare il male, salvare una vita o sopprimerla?”. Invece di rispondere alla domanda posta loro da Gesù,  si misero a discutere tra loro per vedere cosa fare contro Gesù.
Ancora una volta notiamo che Gesù incontra le folle per istruirle e salvarle da ogni tipo di male. Sistematicamente i suoi nemici cercano di trovare sempre il modo come ostacolarlo e impedire di fare il bene. Non ci sono mai riusciti e non ci riusciranno mai. Le forze del male non potranno mai prevalere! Questa certezza l’ha data Gesù stesso, quando rivolto a Pietro disse: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte degli inferi non potranno prevalere”.
Le porte degli inferi, i diavoli, non potranno mai prevalere nei confronti di Gesù che anche oggi, mediante la sua chiesa istruisce e libera dalle insidie del Maligno. Noi siamo la chiesa e tra i membri che la compongono, ci sono dei malati di malattie le più impensabili, Gesù è in mezzo a noi e vuole guarire tutti gli ammalati che ci sono.
Chi sono questi ammalati? Sono tutti quelli che nelle prove della vita non riescono ad unirsi o non vogliono unirsi alle sofferenze di Cristo. San Paolo nelle prima lettura e in altra parte dice: per completare la salvezza che Gesù ci ha dato con la sua morte sulla croce, manca quella goccia del nostro sangue per completarla. La goccia di sangue che manca sono proprio le sofferenze che incontriamo nel percorso della nostra vita.

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