giovedì 29 settembre 2011

Giovedì della XXVI settimana T.O.

Dal libro del profeta Daniele
Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti.
Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 137)
Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dei, ma te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore
e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore,
grande è la gloria del Signore!

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi».Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l'albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Oggi si celebra la festa dei santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. I soli, tra miriadi e miriadi, che hanno il nome proprio. Le altri miriadi sono chiamati semplicemente angeli o spiriti messaggeri di Dio.
I tre Arcangeli hanno nei loro nomi un significato-attributo di Dio: Michele, è potenza di Dio; Gabriele, annunciatore di Dio; Raffaele, medicina di Dio.
Michele ha manifestato la potenza di Dio nella lotta contro il Drago, chiamato satana, diavolo e i suoi seguaci ribellatisi a Dio e li sprofondarono sulla terra. Gabriele, mandato da Dio alla Vergine Maria a Nazaret per portare l’annuncio di essere stata prescelta quale madre del Figlio di Dio Gesù Cristo. Raffaele, medicina di Dio o meglio Dio guarisce, del quale si scorge l'opera nella vita di Tobia.
Gli Arcangeli hanno sempre portato a termine il ministero ricevuto da Dio e continueranno nel tempo a portare avanti il loro ministero insieme a miriadi di angeli.
Gli Angeli e gli Arcangeli sono sempre al cospetto di Dio, lo lodano, lo adorano e lo servono e compiono il ministero di messaggeri tra Dio e gli uomini. Sono gli stessi spiriti celesti, che Giobbe vide in sogno salire e scendere su una enorme scala, che univa il cielo alla terra.
Gli angeli sono in continua e instancabile missione dell’annuncio della potenza di Dio a tuti gli uomini, l’annuncio dell’amore di Dio per tutti e che Dio solo può guarire tutte le ferite che il peccato causa nel cuore del peccatore.
Nel salire al cielo, portano al cospetto di Dio, tutte le necessità dell’umanità e quindi anche le nostre. Dobbiamo essere devoti di tutti i messaggeri di Dio, per tenere sempre vivi i nostri rapporti con Dio, fino al giorno in cui non saremo al suo cospetto e lo contempleremo anche noi faccia a faccia.
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Il testo del vangelo di oggi ci presenta uno dei dodici, Natanaele, un uomo che cerca la verità anche se pieno delle sue idee e dei suoi dubbi. E' forse l'unico apostolo a non rispondere con immediatezza, a non muoversi senza esitazioni. Eppure è anche l'unico del quale il Signore faccia subito un elogio e una promessa così grande. Quasi a dirci che il dubbio fa parte del cammino della fede, ma ciò che conta è la disponibilità a cercare, a mettersi in movimento, a cogliere anche nelle piccole cose della nostra vita la presenza di Dio, a provare ad esprimere la meraviglia e la fede.
Gesù, che legge nel cuore dell'uomo, riconosce la prontezza, la ricerca sincera e il desiderio di Natanaele di incontrarsi con lui. E, vedendolo arrivare così aperto e disponibile, lo previene e lo saluta come un autentico rappresentante d'Israele in cui non c'è falsità.
Gesù conosce bene Natanaele, anche se lo incontra per la prima volta, perché egli conosce tutti e sa cosa c'è nel cuore dell’uomo. E Gesù gli dà la prova di conoscerlo bene: egli l'ha visto quando era sotto il fico. Sedere sotto il fico significa meditare e insegnare la Scrittura. Natanaele, dunque, è un uomo applicato allo studio della Scrittura che cerca e attende la venuta del Messia. Anche mentre ascoltava la spiegazione delle Scritture, era accompagnato e sostenuto dallo sguardo amoroso di Dio. Natanaele, toccato nell'intimo del suo cuore per la conoscenza che Gesù ha di lui, riconosce in Gesù il Messia ed esclama: "Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele". 
Con la sua fede nel Messia, Natanaele è già disposto ad un'ulteriore rivelazione di Gesù, che gli dice: "Vedrai cose maggiori di queste!". Gesù parla di una rivelazione continua del Padre, di un movimento di salita e discesa degli angeli, richiamando la scena di Giacobbe, nella quale il patriarca "fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa". Il salire e scendere è un richiamo alla realtà umana e divina di Gesù. Egli, pur essendo tra gli uomini, è in comunione col Padre, è il "luogo" dove si manifesta il Padre, è la "casa di Dio", è la "porta del cielo".

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