domenica 18 settembre 2011

XXV Domenica del tempo ordinario

Prima lettura
Dal libro del profeta Isaia
Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino.
L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 144)

Il Signore è vicino a chi lo invoca.

Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fratelli, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia. Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo.
Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo.
Parola di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo". Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi".
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Quando ci avviciniamo alla parola di Dio dobbiamo invocare lo Spirito Santo perché ci faccia ascoltare con amore la Parola, ce la faccia accogliere con un cuore sereno, ce la faccia meditare e poi metterla in pratica.
La parola che oggi ha un nesso tra le tre letture e il salmo responsoriale: invito alla conversione (prima lettura), l’effetto prodotto dalla parola accolta (seconda lettura), come mettere in pratica la parola meditata (il vangelo), la riconoscenza che deve avere l’uomo per il bene ricevuto.
La prima lettura è un continuo invito alla conversione, il Signore ha scrutato i nostri cuori e ci ha dato la parola adatta per convertirci. Da che cosa convertirci? Vivere sempre alla presenza del Signore. Quante volte abbiamo condotto noi la nostra vita e non abbiamo cercato il Signore perché ci aiutasse a fare bene? Confidando in noi stessi abbiamo visto i risultati, abbiamo camminato per vie sbagliate, le vie del peccato e siamo diventati empi per il male commesso. Nonostante i nostri errori, il Signore non ci ha abbandonati, ci è stato sempre vicino e oggi ci ha mandato la sua parola per farci ravvedere del male e ritornare a Lui. Credevamo di camminare per vie giuste, invece … Riconosciamo di aver sbagliato, non cerchiamo giustificazioni, ritorniamo a Lui con tutto il cuore e il Signore ci usa misericordia.
Con la misericordia che Signore ci ha dato perdonando i nostri errori, siamo diventati persone nuove nell’amore di Cristo che comincia a vivere in noi. La presenza di Cristo nella nostra vita ci dà la forza di compiere opere che producano frutti buoni e graditi a Dio. A questo punto bisogna perseverare nel fare il bene e non guardare più a niente. Vivere solo e sempre unito a Cristo per tutti i giorni della nostra vita.
L’unione con Cristo deve comportare necessariamente ad abbandonare le vecchie abitudini. Rinunciare ad ogni forma di male. Dire definitivamente no ad ogni forma di invidia, di gelosia. Rinunciare ad ogni tipo di giudizio. Questo significa mettere in pratica la parola che il Signore ci ha dato per la nostra conversione.

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