martedì 20 settembre 2011

Martedì della XXV settimana T.O.

Dal libro di Esdra
In quei giorni, [il re Dario scrisse al governatore e ai funzionari della regione dell'Oltrefiume dicendo:] «Lasciate che lavorino a quel tempio di Dio. Il governatore dei Giudei e i loro anziani costruiscano quel tempio di Dio al suo posto. Ed ecco il mio ordine circa quello che dovrete fare con quegli anziani dei Giudei per la costruzione di quel tempio di Dio: con il denaro del re, quello delle tasse dell'Oltrefiume, siano integralmente sostenute le spese di quegli uomini, perché non vi siano interruzioni. Io, Dario, ho emanato quest'ordine: sia eseguito integralmente».
Gli anziani dei Giudei continuarono a costruire e fecero progressi, grazie alla profezia del profeta Aggeo e di Zaccarìa, figlio di Iddo. Portarono a compimento la costruzione per ordine del Dio d'Israele e per ordine di Ciro, di Dario e di Artaserse, re di Persia. Si terminò questo tempio per il giorno tre del mese di Adar, nell'anno sesto del regno del re Dario.
Gli Israeliti, i sacerdoti, i leviti e gli altri rimpatriati celebrarono con gioia la dedicazione di questo tempio di Dio; offrirono per la dedicazione di questo tempio di Dio cento tori, duecento arieti, quattrocento agnelli e dodici capri come sacrifici espiatori per tutto Israele, secondo il numero delle tribù d'Israele.
Stabilirono i sacerdoti secondo le loro classi e i leviti secondo i loro turni per il servizio di Dio a Gerusalemme, come è scritto nel libro di Mosè.
I rimpatriati celebrarono la Pasqua il quattordici del primo mese. Infatti i sacerdoti e i leviti si erano purificati tutti insieme, come un sol uomo: tutti erano puri. Così immolarono la Pasqua per tutti i rimpatriati, per i loro fratelli sacerdoti e per se stessi.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 121)

Andremo con gioia alla casa del Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore»!
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.

Secondo la legge d'Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». 
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
«Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». Con queste parole Gesù vuole insegnare che l’amore verso Dio, deve superare anche l’amore verso i propri cari. Deve superare anche l’amore verso la propria madre.
Dalla memoria dei santi martiri della chiesa coreana, che oggi si celebra, ci viene un grande esempio di questo amore che Gesù ha  insegnato durante la sua predicazione. I santi martiri della chiesa coreana, sono tutti laici che vivevano l’osservanza della parola di Dio nonostante la persecuzione che vigeva in Corea alla metà del secolo XIX. Non avevano nessuna possibilità di essere istruiti e vivificati nella fede, per la mancanza di sacerdoti e missionari. Si alimentavano solo con lo studio personale della sacra bibbia, che dava loro la forza di andare avanti nel cammino di formazione e di crescita spirituale.
Una comunità cristiana giovane e sola, ebbe la forza di testimoniare l’amore a Cristo con il proprio sangue. Nel giro di qualche giorno, più di cento cristiani, uomini, donne, bambini, giovani, adulti, diedero la propria vita a Cristo ricevendo in cambio la gloria di martiri di Cristo. Il detto antico: il sangue dei martiri è seme di altri cristiani, è stato per la chiesa coreana seme di crescita e moltiplicazione di nuovi e più numerosi cristiani.
Cristo ha sempre bisogno di testimoni coraggiosi, che vivono nella verità la parola di salvezza che Lui ha rivelato a tutte le genti. Noi siamo i testimoni di questo terzo millennio. Vinciamo la vergogna, il rispetto umano, e ogni difficoltà che non ci permettono di testimoniare Cristo. Cerchiamo di non essere nel numero di quelli che si vergognano di testimoniare Cristo! Sarebbe la nostra rovina, perché Gesù ha detto: chi si vergogna di me davanti agli uomini, anch’io mi vergognerò di loro davanti agli angeli e al Padre Celeste.

Nessun commento:

Posta un commento