giovedì 30 maggio 2013

GIOVEDI’ DELL’ VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

Dal libro del Siràcide

Ricorderò ora le opere del Signore
e descriverò quello che ho visto.
Per le parole del Signore sussistono le sue opere,
e il suo giudizio si compie secondo il suo volere.
Il sole che risplende vede tutto,
della gloria del Signore sono piene le sue opere.
Neppure ai santi del Signore è dato
di narrare tutte le sue meraviglie,
che il Signore, l’Onnipotente, ha stabilito
perché l’universo stesse saldo nella sua gloria.
Egli scruta l’abisso e il cuore,
e penetra tutti i loro segreti.
L’Altissimo conosce tutta la scienza
e osserva i segni dei tempi,
annunciando le cose passate e future
e svelando le tracce di quelle nascoste.
Nessun pensiero gli sfugge,
neppure una parola gli è nascosta.
Ha disposto con ordine le meraviglie della sua sapienza,
egli solo è da sempre e per sempre:
nulla gli è aggiunto e nulla gli è tolto,
non ha bisogno di alcun consigliere.
Quanto sono amabili tutte le sue opere!
E appena una scintilla se ne può osservare.
Tutte queste cose hanno vita e resteranno per sempre
per tutte le necessità, e tutte gli obbediscono.
Tutte le cose sono a due a due, una di fronte all’altra,
egli non ha fatto nulla d’incompleto.
L’una conferma i pregi dell’altra:
chi si sazierà di contemplare la sua gloria?

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli.

Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.

Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Come in un otre raccoglie le acque del mare,
chiude in riserve gli abissi.

Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,
perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Parola del Signore

RIFLESSIONI

Dopo aver letto questo brano del vangelo di Marco, sono stato martellato con insistenza dal canto, che conosco molto bene: UOMO DI GALILEA. Questo canto contiene tutto ciò che è descritto dall’evangelista Marco.
Mentre cantavo mentalmente UOMO DI GALILEA, pensavo a tutte le cecità che avvolgano l’umanità. Il cieco di cui parla il vangelo era certamente cieco fisicamente, e non sopportando la privazione della luce del sole, chiedeva con insistenza di essere guarito. La richiesta di guarigione veniva fatta in modo “straordinario” e il cieco Bartimeo non immaginava. Non dice “Figlio di Davide, Gesù, guariscimi!, dice invece: “Figlio di Davide, Gesù, abbi misericordia di me”.
Invocava “misericordia” al Figlio di Davide, forse sapeva che la sua condizione di cieco, era causata da qualche peccato commesso e implorava “misericordia” per questo.
Nella domanda di Gesù: «Che cosa vuoi che io faccia per te?» certamente lascia sconcertati tutti perché tutti avevano sentito le grida del cieco che chiedeva di essere guarito. Gesù fa questa domanda per entrare nel cuore di tutti, perché tutti vengano a conoscenza che il peccato influisce anche sul fisico del peccatore. Vuole annunciare a tutti di abbandonare la via del peccato e chiedere misericordia a Dio. Ha voluto ancora una volta manifestare il fine della sua missione annunciata diverse volte: Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori.
Gesù non fa niente di straordinario per il cieco, chiede semplicemente cosa vuole. Alla risposta: Che io riabbia la vista, Gesù dice semplicemente: Va, la tua fede ti ha salvato.
La fede salva e giustifica l’uomo davanti a Dio, e Dio ascolta la richiesta fatta con fede.



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