venerdì 17 maggio 2013


VENERDI’  DELLA  VII  SETTIMANA  DI  PASQUA

 Dagli Atti degli Apostoli

 In quei giorni, arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenìce e vennero a salutare Festo. E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re le accuse contro Paolo, dicendo:
«C’è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice, contro il quale, durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono i capi dei sacerdoti e gli anziani dei Giudei per chiederne la condanna. Risposi loro che i Romani non usano consegnare una persona, prima che l’accusato sia messo a confronto con i suoi accusatori e possa aver modo di difendersi dall’accusa.
Allora essi vennero qui e io, senza indugi, il giorno seguente sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell’uomo. Quelli che lo incolpavano gli si misero attorno, ma non portarono alcuna accusa di quei crimini che io immaginavo; avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.
Perplesso di fronte a simili controversie, chiesi se volesse andare a Gerusalemme e là essere giudicato di queste cose. Ma Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al giudizio di Augusto, e così ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare».

Parola di Dio

 Salmo responsoriale

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno domina l’universo.
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Parola del Signore

RIFLESSIONI SULLS PSROLA DEL GIORNO

 Non mi è mai capitato nella mia lunga vita di sacerdote, ciò che mi è capitato quest’oggi mentre meditavo il brano del vangelo di Giovanni. Stavo incominciando a fare le prime considerazioni quando ho ricevuto una telefonata, da una persona amica, che mi ha raccontato la situazione che viveva e la faceva soffrire non poco.
Ho avuto dal Signore la pazienza e l’amore necessario per ascoltare il racconto. Come illuminato dallo spirito di carità fraterna, il Signore mi ha fatto vedere questo racconto, la storia di questa persona, alla luce della parola del giorno che stavo facendo. Le ho detto che la sua storia si era verificata già prima a San Paolo, e le ho letto la prima lettura. La situazione che viveva, mi ha portato a farle la domanda che Gesù fece, con insistenza, a Pietro: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?”.  Le ho detto che Gesù le stava facendo la stessa domanda fatta a Pietro, e aspettava la risposta da lei.
Convinciamoci che è Gesù a fare la storia della nostra vita! A noi non resta altro che accettare questa storia e avremo la giusta ricompensa.
In ogni avvenimento della nostra vita, Gesù ci chiede: Mi ami tu più degli altri? La domanda che viene fatta è la prova di amore che Gesù vuole da noi. Vuole sentire questa risposta: Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene.
Questa risposta deve essere la risposta che esce da un cuore che dice la verità. Papa Francesco proprio oggi, nell’udienza del mercoledì, ha detto cosa significa “conoscere la verità”. Conoscere la verità, significa conoscere Gesù perché lui è la verità e da noi vuole sentire solo e sempre la verità.
Se dico di amare Gesù, questo amore mi deve portare a compiere tutto quello che Gesù vuole che io faccia!
Dopo il colloquio, la persona si è tranquillizzata e ha chiuso la telefonata con parole nuove che esprimevano quella pace che non aveva prima.
Fratelli e sorelle dobbiamo accettare che siamo sempre posti davanti ad una scelta: la Verità o la menzogna? Gesù è la verità, il Diavolo è il principe della menzogna. A ciascuno la scelta con Gesù o con il suo acerrimo nemico il diavolo?
Gesù ha detto: Il vostro parlare sia sì sì – no no, il di più viene dal maligno. O con Me o contro di Me.

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