venerdì 10 maggio 2013


VENERDI’  DELLA  VI  SETTIMANA  DI  PASQUA

 
Dagli Atti degli Apostoli

[Mentre Paolo era a Corìnto,] una notte, in visione, il Signore gli disse: «Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso». Così Paolo si fermò un anno e mezzo, e insegnava fra loro la parola di Dio.

Mentre Gallione era proconsole dell’Acàia, i Giudei insorsero unanimi contro Paolo e lo condussero davanti al tribunale dicendo: «Costui persuade la gente a rendere culto a Dio in modo contrario alla Legge». Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di un delitto o di un misfatto, io vi ascolterei, o Giudei, come è giusto. Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra Legge, vedetevela voi: io non voglio essere giudice di queste faccende». E li fece cacciare dal tribunale. Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagoga, e lo percossero davanti al tribunale, ma Gallione non si curava affatto di questo.
Paolo si trattenne ancora diversi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s’imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era rasato il capo a causa di un voto che aveva fatto.

Parola di Dio

 Salmo responsoriale

 Dio è re di tutta la terra.

 Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Egli ci ha sottomesso i popoli,
sotto i nostri piedi ha posto le nazioni.
Ha scelto per noi la nostra eredità,
orgoglio di Giacobbe che egli ama.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

 + Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

Parola del Signore

 RIFLESSIONI SULLA PAROLA DEL GIORNO

Molte volte, direi sempre, noi sacerdoti abbiamo detto e diciamo che il cristiano deve continuare ad evangelizzare, perché il vangelo arrivi fino agli estremi confini della terra, come ha ordinato Gesù.
La missione di evangelizzare Gesù non la diede solo agli Apostoli, la diede agli Apostoli ma anche ai loro successori. Successori degli Apostoli sono tutti i battezzati, perché i battezzati formano la chiesa che deve continuare questa opera.
Quanti, purtroppo, non evangelizzano, non annunciano il vangelo, non testimoniano il Vangelo? Hanno paura, si vergognano, temono di non essere tenuti in considerazione dagli altri, essere messi da parte, essere maltrattati!!! Quale enorme male si compie per una semplice testimonianza non fatta. San Paolo dice di annunciare il Vangelo sempre, in tempo opportuno e inopportuno.
La storia di Paolo raccontata nella prima lettura, si ripete e continuerà a ripetersi con sempre più frequenza. Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Il discepoli non è più del maestro. Nessuno accetta e mette in pratica queste parole di Gesù. Nessuno vuole compromettersi per Cristo, tutti desiderano una vita tranquilla! “Chi non è con me, è contro di me. Quale tremenda sentenza è questa!
Si è giudicati, perseguitati, maltrattati nell’annunciare il vangelo? Per questo non si annuncia il vangelo? Ricordiamo che Gesù ha detto: “Chi si vergognerà di me davanti agli uomini, anch’io mi vergognerò di lui davanti agli angeli e al Padre celeste”.
Per una breve sofferenza, se così si vuole chiamare la vergogna di annunciare il vangelo, si corre il rischio di una sofferenza eterna. Non essere riconosciuto da Gesù davanti al Padre Celeste, significa essere nella sofferenza più grave ed eterna: non vedere per sempre quel Gesù che non si è avuto il coraggio di testimoniarlo durante la vita terrena!
Le parole di Gesù riportate nel vangelo di oggi: “ … voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia”, diano coraggio a tutti di evangelizzare e portare tutti, o qualcuno alla conoscenza e all’accettazione di Gesù nella propria vita.

 

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