martedì 14 maggio 2013


MARTEDI’ DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA: SAN MATTIA APOSTOLO

 Dagli Atti degli Apostoli


In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone radunate era di circa centoventi – e disse: «Fratelli, era necessario che si compisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, diventato la guida di quelli che arrestarono Gesù. Egli infatti era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Sta scritto infatti nel libro dei Salmi:
La sua dimora diventi deserta
e nessuno vi abiti”,
e: “Il suo incarico lo prenda un altro”.
Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione».
Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.


Parola di Dio

Salmo responsoriale

Il Signore lo ha fatto sedere tra i prìncipi del suo popolo.

 Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre.

Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.

Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra?

Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
 Parola del Signore

 RIFLESSIONI SULLA PAROLA DEL GIORNO

 Questi due brani della parola di Dio, hanno richiamato alla mente due concetti molto importanti. Il brano tratto dagli Atti degli Apostoli, ha richiamato l’importanza della vocazione che si riceve dal Signore e la gravità della non corrispondenza ad essa. Il brano del vangelo manifesta comeconservare e rendere efficace la vocazione ricevuta.
Prima di tutto bisogna capire perché il Signore chiama tutti ad una missione, diversa l’una dall’altra. Chi è chiamato alla vita consacrata, al sacerdozio, al matrimonio, ad essere catechista, dottore o dottoressa, ingegnere … perché, mediante la vocazione ricevuta, si faccia del bene a tutti, principalmente a se stesso. La vocazione ricevuta dal Signore è la strada da percorrere per salvare la propria anima e aiutare gli altri a salvarsi.
Come fa uno a comprendere la propria vocazione? Prima cosa da fare è pregare, lasciarsi guidare da coloro che il Signore ha posto come guida spirituale, approfondire la conoscenza degli impegni verso Dio, se stessi e il prossimo. Non si può avere una chiara conoscenza della propria vocazione se si cerca di fare tutto da solo.
La preghiera di discernimento della propria vocazione, conoscenza giusta degli impegni da assumere e ubbidienza alla guida che il Signore dà, tutto deve essere fatto con la grazia dello Spirito Santo. Come è avvenuta la scelta fatta per sostituire Giuda che tradì la sua vocazione di Apostolo? Attraverso la preghiera della comunità. Erano circa centoventi persone che pregarono per la scelta da fare. Nella preghiera si invocò lo Spirito che facesse comprendere chi doveva prendere il posto di Giuda. La scelta fatta non fu errata, segno che il Signore, attraverso la preghiera illuminò la mente di tutti e furono tutti concordi nella scelta.
Cosa molto importante che si richiede perché la preghiera sia efficace, deve basarsi sull’amore. L’amore unisce i cuori di quelli che pregano. Se manca questo amore la preghiera non ha nessuna efficacia. Ecco perché Gesù nel vangelo ribadisce ancora una volta la necessità di amarsi l’un l’altro. L’amore vero, quello che Gesù annuncia, si fonda sull’osservanza dei comandamenti e lo dice con molta chiarezza: “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore”.
L’amore a cui accenna Gesù non è solo l’amore che si richiede per l’osservanza dei dieci comandamenti, abbraccia anche i comandamenti che si riferiscono a Dio e al prossimo. Da questi due comandamenti, amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come se stessi, ha detto Gesù, dipende tutta la legge e i profeti. In altre parole questi due comandamenti  sono la sintesi di tutta la sacra  scrittura.
Non sempre si riesce ad osservare questi comandamenti e vivere conforme alla volontà di Dio come prescrivono le sacre scritture. Abbiamo in cielo un grande intercessore presso Dio che intercede continuamente per tutti ed è sempre pronto a mandare lo Spirito Santo per avere forza e volontà sufficienti per realizzare tutto il bene necessario che richiede la propria vocazione.

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